In vigore il Decreto Crescita: nuove misure per le imprese

8 Maggio 2019

Il Decreto Crescita (Decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34 - Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione di specifiche situazioni di crisi), dopo una travagliata gestazione, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 100 del 30 aprile 2019. In vigore dal 1° maggio scorso, reca molte novità in tema di agevolazioni alle imprese.

Il provvedimento prevede per il 2019 più di 400 milioni di euro di nuova dote per gli sconti fiscali destinati all'attività di impresa.

Il Decreto Crescita inizia ora il suo iter parlamentare; dovrà essere convertito in legge entro il 30 giugno. Il testo richiede, inoltre, il varo di 39 norme attuative, tra decreti ministeriali e altri atti a carico delle amministrazioni coinvolte nella gestione delle nuove misure.

Nel testo pubblicato è stata, in extremis, stralciata la proroga del Credito d'imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo 2021-2023, presente invero nelle prime bozze. La proroga verrà probabilmente affidata ad un distinto atto. Rimaniamo in attesa di conoscere gli sviluppi e verificare se la nuova disciplina ricalcherà quella proposta dalle prime bozze di Decreto Crescita, ossia un bonus incrementale del 25% delle spese sostenute in eccedenza rispetto alla media degli investimenti in R&S realizzati nei tre periodi precedenti a quello in corso al 31 dicembre 2019.

Tra le misure fiscali per la crescita economica (capo 1) previste dal provvedimento, si segnala la proroga del superammortamento, la maggiorazione della deducibilità dell'IMU dalle imposte sui redditi, le semplificazioni alla disciplina del Patent Box, incentivi al rientro dei cervelli, modifiche al regime dei forfetari, incentivi per la valorizzazione edilizia, modifiche al sisma bonus, modifiche alla disciplina degli incentivi per gli interventi di efficienza energetica e rischio sismico, agevolazioni per le aggregazioni di imprese.

Il Decreto contempla, altresì, misure per il rilancio degli investimenti privati (capo 2), tra cui si evidenziano, in particolare, la previsione di una garanzia statale funzionale allo sviluppo della media impresa, norme per la semplificazione della gestione del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, modifiche alla “nuova Sabatini”, agevolazioni a sostegno di progetti di ricerca e sviluppo per la riconversione dei processi produttivi nell'ambito dell'economia circolare, nuove imprese “a tasso zero”, Smart & Start e Digital Transformation.

Per la tutela del made in Italy (capo 3), il Decreto introduce disposizioni per i marchi storici di interesse nazionale, misure di contrasto all'italian sounding ed incentivi al deposito di brevetti e marchi.

Tra le ulteriori misure per la crescita (capo 4), di particolare interesse sono le disposizioni inerenti agli obblighi informativi relativi alle erogazioni pubbliche, alla semplificazione ed efficientamento dei processi di programmazione, vigilanza ed attuazione degli interventi finanziati dal Fondo per lo sviluppo e la coesione, al credito d'imposta per la partecipazione di PMI a fiere internazionali.

Qui di seguito un focus su alcune delle misure più significative.

SUPERAMMORTAMENTO (art. 1)

Introdotto per la prima volta con la Legge di Stabilità 2016, sulla scorta dell'esperienza francese, il superammortamento si traduce in una deduzione extracontabile maggiorata per gli investimenti effettuati da tutti i titolari di reddito d'impresa e dai lavoratori autonomi.

L'agevolazione è stata a più riprese prorogata, da ultimo - prima del Decreto Crescita - con la Legge di Bilancio 2018. Con la Manovra 2019 il Governo aveva poi abbandonato la misura, sostituendola con la mini Ires. Il Decreto Crescita segna invece ora il ritorno del superammortamento con una nuova disciplina che ne reitera, seppur in forma parzialmente ridotta, la portata.

Ai fini delle imposte sui redditi, con esclusivo riferimento alla determinazione delle quote di ammortamento e dei canoni di locazione finanziaria deducibili, il costo di acquisizione dei beni materiali strumentali nuovi è maggiorato del 30%.

Restano esclusi dall'agevolazione gli acquisti di veicoli e di altri mezzi di trasporto di cui all'art. 164, comma 1 TUIR.

Potranno usufruire del nuovo superammortamento gli investimenti effettuati ai sensi dell'art. 109 TUIR nel periodo tra il 1° aprile 2019 ed il 31 dicembre 2019. Se sussistono ordini confermati ed acconti del 20% pagati entro il 31 dicembre 2019, l'effettuazione dell'investimento potrà giungere sino al 30 giugno 2020.

La maggiorazione del costo non si applica sulla parte di investimenti complessivi eccedenti il limite di 2,5 milioni di euro.

INDUSTRIA 4.0 - DIGITAL TRANSFORMATION (art. 29, comma 5)

Con una dotazione di 100 milioni di euro (20 milioni per la concessione di contributi a fondo perduto ed 80 milioni per la concessione di finanziamenti a tasso agevolato), al fine di favorire la trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi delle imprese di micro, piccola e media dimensione, con decreto del Ministero dello sviluppo economico saranno stabiliti i criteri, le condizioni e le modalità per la concessione di agevolazioni finanziarie nella misura massima del 50% dei costi ammissibili, nei limiti stabiliti dal Regolamento (UE) 1407/2013 della Commissione del 18 dicembre 2013 ovvero dell'articolo 29 del Regolamento UE 651/2014 della Commissione del 17 giugno 2014.

Le agevolazioni sono dirette a sostenere la realizzazione dei progetti di trasformazione tecnologia e digitale, di importo di spesa almeno pari a 200 mila euro, diretti all'implementazione delle tecnologie abilitanti individuate nel piano Impresa 4.0 (advanced manufacturing solutions,addittive manufacturing, realtà aumentata, simulation, integrazione orizzontale e verticale, industrial internet, cloud, cybersecurity, big data e analytics).

Per l'accesso alle agevolazioni le imprese devono possedere, alla data di presentazione della domanda di agevolazione, le seguenti caratteristiche:

a) essere iscritte e risultare attive nel Registro delle imprese;

b) operare in via prevalente/primaria nel settore manifatturiero e/o in quello dei servizi diretti alle imprese manifatturiere;

c) avere conseguito nell'esercizio cui si riferisce l'ultimo bilancio approvato e depositato un importo dei ricavi delle vendite e delle prestazioni pari almeno a euro 500 mila;

d) aver approvato e depositato almeno due bilanci;

e) non essere sottoposte a procedura concorsuale e non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente.

AGEVOLAZIONI A SOSTEGNO DI PROGETTI DI RICERCA E SVILUPPO PER LA RICONVERSIONE DEI PROCESSI PRODUTTIVI NELL'AMBITO DELL'ECONOMIA CIRCOLARE (art. 26)

Con uno stanziamento di 140 milioni di euro, al fine di favorire la transizione delle attività economiche verso un modello di economia circolare, con decreto del Ministero dello sviluppo economico, previa intesa in Conferenza unificata, saranno stabiliti i criteri, le condizioni e le procedure per la concessione ed erogazione delle agevolazioni finanziarie, nei limiti delle intensità massime di aiuto stabilite dagli articoli 4 e 25 del regolamento (UE) 651/2014della Commissione del 17 giugno 2014, a sostegno di progetti di ricerca e sviluppo finalizzati ad un uso più efficiente e sostenibile delle risorse.

Le agevolazioni sono concesse secondo le seguenti modalità:

a) finanziamento agevolato per una percentuale nominale delle spese e dei costi ammissibili pari al 50%;

b) contributo diretto alla spesa fino al 20% delle spese e dei costi ammissibili.

Possono beneficiare delle agevolazioni le imprese ed i centri di ricerca che, alla data di presentazione della domanda di agevolazione, soddisfano le seguenti caratteristiche:

a) essere iscritte nel Registro delle imprese e risultare in regola con gli adempimenti di cui all'articolo 9 terzo comma, primo periodo, del decreto del Presidente della Repubblica 7 dicembre 1995, n. 581;

b) operare in via prevalente nel settore manifatturiero ovvero in quello dei servizi diretti alle imprese manifatturiere;

c) aver approvato e depositato almeno due bilanci;

d) non essere sottoposte a procedura concorsuale e non trovarsi in stato di fallimento, di liquidazione anche volontaria, di amministrazione controllata, di concordato preventivo o in qualsiasi altra situazione equivalente secondo la normativa vigente.

Le imprese possono presentare progetti anche congiuntamente tra loro o con organismi di ricerca, fino ad un massimo di tre soggetti co-proponenti. In tali casi i progetti congiunti devono essere realizzati mediante il ricorso allo strumento del contratto di rete o ad altre forme contrattuali di collaborazione, quali, a titolo esemplificativo, il consorzio e l'accordo di partenariato.

I progetti di ricerca e sviluppo devono:

a) essere realizzati nell'ambito di una o più unità locali ubicate nel territorio nazionale;

b) prevedere spese e costi ammissibili non inferiori ad euro 500 mila e non superiori ad euro 2milioni;

c) avere una durata non inferiore a dodici mesi e non superiore a trentasei mesi;

d) prevedere attività di ricerca e sviluppo, strettamente connesse tra di loro in relazione all'obiettivo previsto dal progetto, finalizzate alla riconversione produttiva delle attività economiche attraverso la realizzazione di nuovi prodotti, processi o servizi o al notevole miglioramento di prodotti, processi o servizi esistenti, tramite lo sviluppo delle tecnologie abilitanti fondamentali Key Enabling Technologies (KETs), relative a: 1) innovazioni di prodotto e di processo in tema di utilizzo efficiente delle risorse e di trattamento e trasformazione dei rifiuti, compreso il riuso dei materiali in un'ottica di economia circolare o a «rifiuto zero» e di compatibilita' ambientale (innovazioni eco-compatibili); 2) progettazione e sperimentazione prototipale di modelli tecnologici integrati finalizzati al rafforzamento dei percorsi di simbiosi industriale, attraverso, ad esempio, la definizione di un approccio sistemico alla riduzione, riciclo e riuso degli scarti alimentari, allo sviluppo di sistemi di ciclo integrato delle acque e al riciclo delle materie prime; 3) sistemi, strumenti e metodologie per lo sviluppo delle tecnologie per la fornitura, l'uso razionale e la sanificazione dell'acqua; 4) strumenti tecnologici innovativi in grado di aumentare il tempo di vita dei prodotti e di efficientare il ciclo produttivo; 5) sperimentazione di nuovi modelli di packaging intelligente (smart packaging) che prevedano anche l'utilizzo di materiali recuperati.

CREDITO D'IMPOSTA PER LA PARTECIPAZIONE DI PMI A FIERE INTERNAZIONALI (art. 49)

Al fine di migliorare il livello e la qualità di internazionalizzazione delle PMI italiane, alle imprese esistenti alla data del 1° gennaio 2019 è riconosciuto, per il periodo d'imposta in corso al 1° maggio 2019, un credito d'imposta nella misura del 30% delle spese, fino ad un massimo di 60.000 euro. Il credito d'imposta è concesso fino all'esaurimento dell'importo massimo pari a 5 milioni di stanziamento.

Il bonus opera per le spese di partecipazione a manifestazioni fieristiche internazionali di settore che si svolgono all'estero, relativamente ai costi per l'affitto degli spazi espositivi; per l'allestimento dei medesimi spazi; per le attività pubblicitarie, di promozione e di comunicazione, connesse alla partecipazione.

Il credito d'imposta è riconosciuto in regime de minimis.

L'ammissione al beneficio avviene secondo l'ordine cronologico di presentazione delle relative domande. Il credito d'imposta è ripartito in tre quote annuali di pari importo ed è utilizzabile, esclusivamente in compensazione.

Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del Decreto Crescita, sono stabilite le disposizioni applicative.

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